Regalati la poesia dell’abitudine

Cito testualmente il romanzo che sto leggendo che parla di una coppia in “crisi”:

Eppure tutti abbiamo avuto il periodo magico, abbiamo gioito e sofferto con le farfalle nello stomaco …. Poi sono arrivati il matrimonio, la convivenza, le abitudini. E’ difficile essere poetici davanti alle abitudini … Perché non c’è niente di peggio della piatta quotidianità.”

C’è invece poesia nelle abitudini, c’è in esse quella bellezza profonda che solo il tempo può dare. Non comprenderla è come non riuscire a gustare la complessità e le sfumature di un whiskey invecchiato e rimanere convinti che un Gin Tonic sia il massimo della vita. Messo in musica, significa comprendere la differenza tra Nils Frahm ed Elodie (beh forse Elodie è più un Tavernello che un Gin Tonic).

Il problema è che per comprendere è necessario saper rallentare, dare qualità al tempo, saper amare la stessa frase che viene detta sempre nello stesso momento ed è sempre e comunque magnifica. Per capirlo bisogna saper affrancarsi dalla macchina biologica che vive in modo meccanico di stimolo/risposta. Ciò che vorrei spiegare è che le farfalle nello stomaco sono banali proprio perché sono una risposta meccanica ad uno stimolo, mentre comprendere la poesia dell’abitudine e della quotidianità necessita una maturazione (non è detto che invecchiando si riesca a maturare). Quando c’è questa maturazione, questa coscienza, non hai bisogno di qualcuno che ti spieghi tale profondità e l’intera esistenza assume un senso di bellezza e mistero nel quale ti puoi perdere solo perché ti sei “ritrovato”.

Ecco io per Natale ti auguro di comprendere, ti auguro di diventare cosciente della bellezza della quotidianità e dell’abitudine.

m.m.

alessandra quattordio