Non la calma ma la virtù

Il piccolo mondo parallelo di cui sono parte è basato su una incomprensione di fondo: il “piccolo mondo” a cui faccio riferimento potrei chiamarlo “yogico” o “new age”. Poco importa il nome. Voglio precisare che, come tutti i mondi, ha delle cose che mi piacciono: la rivalutazione della via esoterica e della magia, ad esempio, ed altre che trovo orribili che sono per lo più l’approccio banalizzante e superficiale all’esoterismo e alla magia. Ma si sa che il “superficialismo” è un po' il male del secolo ma non è il punto di questo post.

Il punto è che l’approccio superficiale e semplificativo alla realtà ha creato delle incomprensioni di base. Nel piccolo mondo new age vi è ad esempio una mitizzazione della calma e della tranquillità, così assisti a persone che credono che fare le cose lentamente ed apparire calmi sia cosa buona, facendo anche un mucchio di esercizi per essere più calmi. La cosa buona sarebbe in realtà essere calmi quando non vi sono motivi per agitarsi e non esserlo a prescindere. Al mondo mancano persone vitali e per lo più siamo di fronte a masse di stressati e imbalsamati allo stesso tempo, se bisogna dirla tutta in breve.

Il punto focale sarebbe, a chi interessa, coltivare la virtù. Un tentativo, pazzo e sconsiderato, di non sentirsi il centro dell’universo e saper coltivare le virtù mettendole come cosa primaria, al di là e al di fuori del proprio tornaconto personale.

Chi è in grado di farlo, anche solo per qualche momento, scoprirà di non essersi mai sentito così calmo e tranquillo. Una magia? No, semplicemente quando fai del tuo meglio poi hai quella contentezza, quel senso di pace e di pienezza senza fare nessun strano esercizio per raggiungerli. Lo so, incredibile! 

m.m.

alessandra quattordio