"Fissazione per il cibo” - di Marco M.
Fissazione per il cibo
Sarebbe bello quantificare il numero di ore perse attorno al cibo: chiacchiere inutili; trasmissioni televisive; esperti di alimentazione (tra i praticanti di yoga questi ultimi pullulano); discorsi “etici” che rasentano il ridicolo con nuove tribù che si riconoscono parte di qualcosa perché scelgono di mangiare una cosa anziché un'altra; mode passeggere.
Drammi perché un giorno non mangi, che poi ti fa probabilmente bene. Drammi perché le proteine non sono “abbastanza”, drammi perché ci sono troppe proteine. Il glutine mi fa male, sono allergico a questo e quest’altro è meglio che non lo mangi ecc ecc.
Da ragazzino, sia io che gli adulti che mi circondavano così come i miei coetanei, mangiavamo letteralmente di tutto e certamente non stavamo peggio di come stanno ora. Negli anni Ottanta poi tutto era iper-chimico e ci mangiavamo cose che poi hanno scoperto essere “velenosissime”. Siamo forse degli highlander?? Tutte queste ore perse a parlare del nulla quando per alimentarsi basterebbe un briciolo di buonsenso e della sensibilità. Non ho mai fatto nella mia vita calcoli di calorie, né seguito teorie su quantità di proteine o altro. Onestamente non saprei bene neppure definire cosa è una proteina. Nonostante ciò, ho più forza e resistenza di buona parte dei giovinastri che frequentano Cascina Bellaria e non perché sono fortunato. La fortuna non conta nulla.
Sono certo che, come accade in altri ambiti, vi sia un malessere sempre più diffuso ed invece di prenderne atto e cercare di risolvere il problema alla radice (stili di vita innaturali e mortificanti, totale mancanza di gioia di vivere) ci si fissi sul mangiare perché fa comodo, è di moda e non implica grosse prese di responsabilità. Oltre agli psicologi, impazza l’esperto di diete e alimentazione che è un dei tanti altri mestieri totalmente inutili, ma di grande successo.
Per quanto mi riguarda quando sento parlare di diete ormai mi sanguinano le orecchie e corro verso la prima birra.
m.m.