Equilibrio effimero

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Credo che la libertà, come l'equilibrio, siano degli spazi mentali che vanno costantemente perseguiti, sapendo che non potranno mai essere totalmente conseguiti.

Il vero equilibrio, ovvero vitale ante morte, anche dal punto di vista fisico, è un punto irraggiungibile fatto di aggiustamenti costanti, costellato da migliaia di perdite ogni istante rintuzzate da altrettanti micro-recuperi. All’occhio poco allenato ed alla mente inconsapevolmente ignorante, può dare la sensazione di staticità e sicurezza ma non è così: l’equilibrio è un istante nel divenire e non una costante che può essere fatta propria.

La libertà, allo stesso modo, può essere accarezzata in alcuni istanti quando, emergendo dal flusso del pensiero, ci si trova aggrappati al momento presente. Ma siamo umani e la nostra è un’emersione effimera perché il flusso del pensiero, con tutti i suoi condizionamenti, presto si svilupperà nuovamente.

Il pensiero, così come la caduta e la perdita di equilibrio, non è il male. Anzi. Per chi sa ritrovare la strada per l'equilibrio la caduta è un attimo di adrenalina piacevole, una possibilità di miglioramento, un attimo di gioia incontenibile. Se per godere dell'equilibrio e della sua perdita vale la pena coltivare un senso di leggerezza ed una capacità di adattamento, per la libertà è importante coltivare la leggerezza mentale, che non è altro che la consapevolezza che tutto ciò che si pensa non è reale o lo è solo relativamente in parte. Non è mai assolutamente vero e sempre e comunque molto personale.

La perdita della libertà e dell’equilibrio sono la nostra natura. Si può godere dei propri condizionamenti e delle proprie limitazioni, che possono diventare degli amici che ci caratterizzano, a condizione di essere in grado di vederle e sapere poi liberarcene quando diventano oppressive. 

m.m.

alessandra quattordio