Distruggi il moderato che c’è in te

Il moderato è il prodotto e nutrimento di una società votata all’appiattimento.

Il moderato “tira avanti” ma non “vive”.

Il moderato non si erge, si livella.

Il moderato accetta le leggi più assurde con la scusa “tanto non ci posso fare nulla”.

Il moderato ha bisogno di “apparire”.

Il moderato vive la sua sfera emozionale nella virtualità e non nel mondo reale.

Il moderato è quella parte infima che ti porti dentro, che accantona scuse per non “fare” o per procrastinare ad un domani (quando sarai pronto). Un domani che non arriva mai.

Il moderato non accetta le sfide perché “non è portato”.

Il moderato è quello che rinuncia quando è stanco.

Il moderato chiede la birra “piccola”.

Il moderato segue il gregge, costantemente omologato al pensiero unico.

Il moderato rinuncia ad un’escursione se piove o fa freddo.

Il moderato non ha rituali ma solo abitudini.

Il moderato non sopporta il silenzio.

Per il moderato la responsabilità è sempre di qualcosa o qualcun’altro.

Il moderato è convinto di avere pensieri ed idee proprie. Ovviamente non è così.

Il moderato alza la voce solo quando protetto dal gregge. Con i potenti è servile.

Il moderato ama definirsi un “pazzo scatenato”.

Il sorriso del moderato è irrimediabilmente falso.

Il moderato non ti permette di dire in faccia frasi come “ti amo” o “ti detesto”.

Il moderato non investe su sé stesso, aspetta tempi migliori.

Il moderato ha bisogno di costante intrattenimento.

Il moderato non è mai autenticamente gentile, perché dominato dall’isterismo.

Il moderato, in periodo “pandemico”, si saluta con l’orrido colpo di gomito al posto della stretta di mano o l’abbraccio.

Il moderato è “l’eroe” del mondo “equal” del livellamento, della delazione, della lamentela e della deresponsabilizzazione.

Tutti noi abbiamo “dentro” un piccolo infimo moderato.
Egli approfitta degli attimi di debolezza per sbucare fuori. Per alcuni l’essere Moderato è la normalità. Se sei tra loro non preoccuparti, se lo vuoi davvero puoi guarire.  

È però responsabilità personale fare il possibile per annientarlo giornalmente, fino a farlo scomparire dal proprio orizzonte esistenziale! 

m.m.

alessandra quattordio