Dalla parte del Ribelle

Il Ribelle è l’archetipo che ci guida. Il Ribelle non è per forza muscoloso e tatuato. La ribellione oggi è in primis un atto interiore. È il rifiuto dell’appiattimento, è il rifiuto radicale e totale di una società dove il piacere è determinato dai like su FB, ed il dolore dagli schiamazzi isterici del mondo digital sociale.

Il Ribelle è colui che non ha timore della sofferenza o della violenza ed anzi ne subisce il fascino in quanto parte integrante dell’esistenza. Il Ribelle sa che senza dolore e sofferenza non vi è gioia e piacere e quindi non vi è vita. Il Ribelle abbraccia la luce e l'ombra. Il Ribelle è colui che suda ogni giorno, è colui che si istruisce sui libri e si ciba di arte e cultura, colui che è affascinato dal silenzio e che conosce il valore dell’introspezione, colui che prende dei rischi scalando montagne, colui che si allena immergendosi in laghi ghiacciati o praticando sport del coraggio, è colui che fa ciò che è giusto soprattutto se rischioso, è colui che si fa portatore di un pensiero “altro” attraverso le parole, ma soprattutto con l'azione e l'esempio.

Il Ribelle oggi non può essere “mainstream”, non può essere l’archetipo affascinante di una società decadente e corrotta: sarà sempre e comunque un emarginato, un “perdente”, perché non accetta di piegarsi all’ipocrisia arcobaleno, vuota e patinata. Nella sconfitta del Ribelle c'è però la sua vittoria, perché grazie alle sue scelte vive autenticamente. Il suo passaggio è un bagliore meraviglioso e non un’ombra che vaga tra la nebbia incosciente, senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio.

m.m.

alessandra quattordio