Il senso dell’autoguarigione profonda

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Quando hai il desiderio di recar danno a qualcuno, quando noti una subdola soddisfazione inconfessabile nel parlare male di qualcuno, o nel sentirlo fare, in realtà tu sei la prima vittima. Il dolore ti ha già colpito e fa parte di te. La soddisfazione che provi è effimera, ed il tuo desiderio malato del male del prossimo ti sta lentamente divorando.

Dedicare il tuo tempo al recar danno o desiderare di farlo al prossimo, è il sintomo di una vita vuota e meschina. Lo so, tu ti racconti che “se lo merita”, che facendogli del male il mondo sarà un posto più giusto, in realtà ti stai solo facendo del male e, del dolore che stai creando, incolperai sempre l'esterno in un circolo vizioso.  

Questi “desideri” correlati a false soddisfazioni, sono la base del tuo malessere. Per estirparlo non ha alcun senso guardare al di fuori. La buona e la cattiva notizia è che dipende solo ed unicamente da te, sei il solo responsabile. Considera che ogni desiderio di aggressione verbale nasce da un’infelicità e senso di inadeguatezza, così come il rubare nasce dall'invidia che si è impossessata del tuo cuore. Tu solo puoi decidere a cosa dare spazio nella tua coscienza.

Chi è soddisfatto della propria vita, vive con serenità le relazioni con gli altri. Certo che si cerca di stare lontani dalle persone che meno ci piacciono e più vicini alle altre, ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con il desiderare il male dell'altro.

Quando si vive in serenità non si odia nessuno. Vivere in serenità non ha nulla a che vedere con la santità, la “non azione”, il pacifismo o stronzate del genere. Quando ti devi difendere, agisci come bisogna agire, ma rimane un’azione senza odio che potrei definire “azione non mentale”.

Mi permetto un'ultima constatazione: di fronte ad una umanità sola ed interconnessa, l'unica salvezza (vita che valga la pena di essere vissuta) possibile è basata su una relazione sana con il tuo prossimo.  Tale modalità è estranea alla virtualità, alla spersonalizzazione di tante facce senza alcuna anima, catalogate su di un libro digitale come oggetti in vendita.   

m.m.

alessandra quattordio