La libertà ha un colore politico?
No, non ha un colore. Governi ed ideologie sia di destra che di sinistra si sono appropriate a più riprese del ruolo di “difensori della libertà”, come semplice operazione di marketing.
La libertà è prima di tutto un valore interiore. La si tradisce ogni volta che ci si appiccica addosso un'etichetta, che ci si conforma a degli slogan e si diventa parte di un branco o gregge (dipende come preferisci chiamarlo).
Mai, come quest'anno poi, hai assistito a grandi “difensori” della libertà divenire carcerieri, secondini e delatori. Loro si raccontano che lo fanno per il benessere comune, per difendere i “fragili”, ma la realtà è ben altra. Sono inconsciamente degli ipocriti a cui dei “fragili” non gli è mai realmente interessato nulla. Fino ad un anno fa potevano morire un milione di persone in un giorno, per un qualche genocidio dei tanti che continuano ad avvenire in questo pianeta, senza che a nessuno importasse o importi realmente nulla. Nessuno dei grandi “sensibili” di oggi, ha mai pensato di rinunciare magari all'aperitivo programmato con gli amici, come forma di rispetto verso i morti che ogni giorno, per tanti motivi, naturalmente avvengono. Ma nell'ultimo anno la difesa dei “fragili” è divenuta una moda, come se qualche “fragile” avesse poi chiesto di essere difeso.
Il risultato? La libertà è stata e continua ad essere calpestata. Chi la difende viene additato come un pericolo. Ma nonostante questo, essendo un valore primariamente interiore, c'è chi continua a coltivarla come una fiamma preziosa e chi la tradisce e la soffoca con la sua stessa ipocrisia.