Se non la Democrazia liberale, cosa?

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L’ordine sociale ed il sistema politico si basano sulle visioni, i paradigmi e le teorie filosofiche dominanti che riguardano l'essere umano e la sua natura. Abbiamo un sistema democratico liberale, che si basa sulla teoria dell’eguale dignità di tutti gli esseri. Ogni voto vale uno, le persone hanno, o dovrebbero avere, pari possibilità di esprimersi ecc. I social media attuali si inseriscono in questo filone, tutti devono poter dire la propria, siamo tutti giornalisti, allenatori, esperti della qualunque. Nel suo ramo liberal capitalistico, con il libero mercato, il cliente ha sempre ragione ed anche su questo aspetto i social media supportano l’andazzo, con il sistema delle “stelline” sui prodotti e le indicazioni di Trip Advisor. Ovviamente, anche in questo caso, tutto diventa massificazione, dove l'opinione di tutti fa punteggio. Nella ramificazione comunista invece, al momento minoritaria e sconfitta, è tutto centralizzato e lo stato pensa al “tuo bene” e tutti i lavoratori devono avere egual stipendio ecc.

Se ciò poteva avere un senso in passato, ora è chiaro che il risultato è stato un appiattimento verso il basso e non una crescita verso l’alto. Oggi abbiamo l'ignoranza al potere, l'ignorante preso come modello populista da perseguire, il “non importa come e perché, ma basta che qualcuno mi guardi, che qualcuno mi consideri, perché io conto e valgo a prescindere”. Voglio chiarire: l'ignoranza è al potere perché l'ignoranza è democraticamente prevalente e non perché gli ignoranti abbiano fatto un colpo di stato dominando una popolazione di illuminati.

Nell’intimità, la democrazia liberista promuove l’ascolto di sé stessi ovvero il “faccio ciò che mi sento”. E’ interessante notare che l'ascolto di “sé” abbia soppiantato l’ascolto di Dio. Se oltre a Dio non esistesse neppure un sé ma fossi, come la scienza propende a credere, un semplice agglomerato di stimoli senza un centro?  In questo caso probabilmente ciò che “senti” è controllato dagli input e dagli stimoli esterni, su cui hai un controllo molto relativo.  

Non voglio entrare in polemica con credi religiosi che si basano sul “vero sé” o sull’esistenza “dell’anima”, ma ti voglio far notare quanto il tuo pensiero e ciò che provi è determinato da ciò che ascolti, leggi e soprattutto vedi. Non voglio apparire, perché non sono, antidemocratico o anti-egualitario, ma voglio farti notare che magari non siamo tutti uguali, che è possibile che le opinioni non siano tutte altrettanto importanti, e che non vi è uno straccio di prova che evidenzia un’evoluzione umana, che non sapremmo nemmeno su cosa misurare questa evoluzione, che siamo sempre più alla deriva, raramente felici, raramente lucidi e soprattutto tremendamente soli. Questo è il punto del paradosso odierno: in un mondo interconnesso, abbiamo raggiunto l'apice della solitudine esistenziale.

Non ti ho scritto tutto questo per deprimerti, ma per farti riflettere. Perché adesso è un momento davvero importante per comprendere dove andare e quale direzione cercare di intraprendere. Sicuramente è fondamentale creare un nuovo paradigma ed un nuovo sistema. La mia critica alla democrazia liberale non significa che sono favorevole alle aberrazioni comuniste o fasciste. Sono repellente verso ogni possibile dittatura, e non c'è nulla che mi faccia più paura di uno Stato che dice di “pensare al mio bene e alla mia sicurezza”. Il “tranquillo andrà tutto bene”, che va tanto di moda oggi, è per me un film del terrore.  

Quindi la domanda è: ”Quale può essere un nuovo sistema che possa funzionare oggi? Quale soluzione ci può tirare fuori dal pantano in cui ci siamo infilati? 

m.m.

alessandra quattordio