L'inferno è ripetizione
Ti è mai capitato di realizzare che la giornata che si sta chiudendo è molto simile al giorno prima? E forse quello a quello ancor prima? Ti è mai capitato di alzarti e muoverti come un automa, ripetendo abitudini e dinamiche senza nemmeno pensare a cosa stavi facendo? Nel tragitto da casa al lavoro per esempio? O in una conversazione con qualche famigliare?
A me si, lo ammetto candidamente. Diverse volte e mi sembrava sempre di esser dentro un film dell’orrore. D’altronde Stephen King scriveva: “L’inferno è ripetizione”.
La questione è ficcante. Quanto siamo intorpiditi e assuefatti nelle nostre esistenze?
Se ti è capitato, non è il caso di esitare, meglio iniziare piuttosto ad affrontarti vis a vis immantinente.
E allora ecco quel che mi son detta e dico a te che ti prendi questi 2 minuti:
Da oggi alzati dal letto, magari una passatina ai denti, portati davanti allo specchio, alza lo sguardo verso una te che sta per affrontare una nuova giornata e fatti sta domanda. “È questa la vita che voglio veramente?”
È bastarda lo so, parecchio. È come fare la doccia in un lago ghiacciato appena svegli la mattina, ma dicono che poi si trova forza, coraggio e ci si abitua. E si diventa più forti.
Quando te lo chiedi può essere deflagrante, una bomba. Specie se sei già grandicella. “Ho costruito questo e quello, ho realizzato, ho guadagnato, ho creato” ti ripeti… Ma oggi, oggi intendo: è questa la vita che davvero vuoi? Se la risposta è SÌ con un gran sorrisone, allora sei pronta per uscire da quella porta e vivere una fantastica giornata, che non è ieri e non è domani, piena di presente anche se con tanti problemi da risolvere. Tanto si sa, è tutto un gioco.
Se la risposta è una sensazione come di pugno allo stomaco oppure di costrizione, come se volessi scappare e 4 energumeni ti tenessero incatenata a quello specchio, allora Houston, abbiamo un problema. Ma anche una soluzione. Perché la soluzione nasce nel momento del disagio, nel realizzare che è tempo di cambiare. Forse un dettaglio, forse qualcosa di più. Forse è il momento di dirsi la verità, di svegliarsi, di avere il coraggio di essere diversi, di ricominciare a vedere e sentire, uscendo da quel comodo torpore che ti fa andare avanti senza luce negli occhi, con l’espressione ammaccata e inebetita dei ragazzini che finiscono nel tritacarne di “Another brick in the wall”.
Un eventuale risveglio forse non porterà ad essere “felicioni”, magari creerà anche più difficoltà, ma sicuro la sensazione di sentirsi svegli e vivi è l’unica che porta ad alzarsi ogni mattina senza sentirsi intrappolati con Bill Murrey nel “giorno della marmotta”.
E se non ti è chiara la risposta, se brancoli nel buio, se non sai davvero se è la vita che vorresti o no perché qualcosa dentro di te sta trattenendo la verità, Roger Waters ti viene in aiuto:
“Alla fine, tutto ciò che conta, è se ti commuove o no“.
La seconda domanda dunque sarà: “Ti emoziona ancora svegliarti la mattina? Ti emoziona ancora quello che stai facendo? Ti emoziona ancora la tua vita?”
Buon risveglio a tutti noi.
Elisa F.