Crisi o rivoluzione?
L'attuale crisi economica, dovuta alla gestione Covid-19, durerà certamente almeno un paio d’anni. È davvero un errore madornale credere però che, passata la crisi, tutto tornerà come prima. Nulla tornerà come prima!
Questa crisi è una semplice accelerazione, nel contesto più ampio della rivoluzione digitale in atto da almeno un decennio. In questi ultimi giorni è apparso un articolo di Mario Monti, grigio economista ed ex presidente del consiglio, che in questo caso ha il coraggio di dire ciò che sta avvenendo. Qui di seguito uno stralcio dal suo articolo:
Dalle colonne del Corriere della Sera, Mario Monti afferma: "Diviene importante porsi con urgenza il problema di quanto abbia senso continuare a «ristorare» con debito, cioè a spese degli italiani di domani, le perdite subite a causa del lockdown, quando per molte attività sarebbe meglio che lo Stato favorisse la ristrutturazione o la chiusura, con il necessario accompagnamento sociale, per destinare le risorse ad attività che si svilupperanno, invece che a quelle che purtroppo non avranno un domani."
Senza mezzi termini, spiega quanto sta accadendo: i ristori del governo non sono altro che dei palliativi per traghettare molte attività verso la chiusura definitiva, e per far accettare agli esercenti il piano del Grande Reset, senza che ne abbiano la piena consapevolezza. Le piccole e medie imprese sono destinate a sparire per far posto ai nuovi mercati, per lo più legati all'intelligenza artificiale e alla farmaceutica, con basso apporto di capitale umano. Intanto si abitua la popolazione a campare di sussidi, senza lavoro, accettando ogni condizione. Mario Monti, cinico e pragmatico, chiede di mettere fine a questa pantomima e scoprire le carte: a breve arriverà anche il conto dell'UE per la spesa a debito dei ristori/elemosina. A pagarlo sarà ovviamente la popolazione.
In sostanza, tanti lavori diventeranno via via inutili. Tante attività chiuderanno e non per colpa della crisi (sanitaria per alcuni, ma certamente da adesso economica per tutti), ma appunto perché non sono in grado di rinnovarsi e far fronte alla rivoluzione. Personalmente non credo che il sovranismo ed il nazionalismo possano essere delle possibili soluzioni o degli argini a tutto ciò, semplicemente perché anacronistici. Che piaccia o meno, non è possibile tornare indietro ma bisogna guardare avanti. La questione pandemica, che sia frutto di complotto o naturale, accelera semplicemente degli eventi già in atto. Il nostro mondo non sarà mai più quello di prima, ed invece di aspettare una soluzione è fondamentale crearla. Solo chi avrà capacità di adattamento potrà sopravvivere, gli altri finiranno nel baratro dell’inutilità vivendo di sussidi.
Credo sia necessario aggregarsi, smettere di pensare solo in forma individuale. Credo sia fondamentale valorizzare la capacità empatica, valore nel quale, almeno per qualche decennio ancora, gli esseri umani saranno meglio di un’intelligenza artificiale. Al netto di ogni possibile complotto, sembra invece che quest'ultimo anno sia un grande allenamento disumanizzante nel quale si preparano le persone, soprattutto nuove generazioni, a fare a meno anche dell'empatia che si nutre di presenza e contatto.
m.m.