L'intima magia della Vera relazione
In questo periodo si sono creati milioni di slogan tutti con la tendenza a mostrare un “bicchiere mezzo pieno”: “andrà tutto bene”, “lontani ma vicini”, “il cuore non conosce confini” ecc. Si potrebbe riempire la pagina.
In realtà non vi è nulla di peggio che non guardare la realtà senza imbellettarla. Un'autentica relazione basata sulla distanza dove solo i “cuori”, le “anime” ecc. si incontrano è una buffonata senza fondamenta, come lo sono i termini vuoti, nel nostro caso “cuore” e “anima”, che sono concetti inconsistenti. Per comprendere partiamo dalla scienza e dall’essenza di ciò che siamo: Homo sapiens è un animale sociale. Non è una mia scoperta, qualunque antropologo e biologo concorderebbe. Senza Coronavirus la nostra socialità si stava già trasformando in un abisso di solitudine nascosto dalla finta socialità del “Black Mirror”. Ovvero tutti quegli apparati, di per sé con una fantastica utilità pratica, che però creano solo un’ombra fugace di socialità da masturbatori seriali. “Incontri” dove in realtà si finisce a relazionarsi solo con ciò che abbiamo nella nostra testa, senza né rischi né piaceri. Una vera relazione con l'Altro è già non semplice quando l'Altro è realmente presente, ma diventa totalmente falsa attraverso uno schermo o la distanza. Stiamo diventando sempre più soli, questa solitudine crea mostri in ognuno di noi ed ha ripercussioni devastanti sulla nostra possibilità di avere una vita felice ed appagante. Paradossalmente le persone più “integre” e aperte alla relazione che ho incontrato negli ultimi anni sono persone considerate dai più “asociali” o “scorbutiche”, semplicemente perché in modo consapevole o inconsapevole rifiutano l'idea dell'essere sociali oggi.
Questo periodo sta accelerando ed estremizzando tutto ciò. Alcuni lo leggono come solo una parentesi che si chiuderà per tornare presto a ciò che “eravamo”, altri non si rendono conto della solitudine ed incapacità di relazionarsi con il prossimo, in cui un intero sistema sta ruzzolando sempre più velocemente. Queste righe sono per gli altri, per coloro che vedono il “problema” o che ne hanno perlomeno il sentore.
Il mio è un appello accorato a fare del proprio meglio da “adesso” e “subito” per riuscire a mantenere e salvare quel poco che rimane della bellezza intrinseca dell'Essere Umani. Una magia che è possibile cogliere solo attraverso una relazione. Il grande filosofo e teologo Martin Buber ebbe l’intuizione che la vita non è “soggettività” ma “inter-soggettiva” e che quando gli occhi di un “Io” e di un “Tu” si incontrano, il tempo e lo spazio svaniscono ed in quell’istante si tocca esperienzialmente l’Eterno. Aggiungerei che la sensazione sulla pelle, l'odore dell'altro, il calore della presenza sono altrettanto importanti.
Noi oggi abbiamo la responsabilità di adoperarci perché questa fiamma non si spenga, di fare del nostro meglio affinché non dei corpi o dei “soggetti” sopravvivano ma l'anima stessa “inter-soggettiva” dell'Essere Umano. Possiamo farlo solo se senza paura, attraverso la creazione di comunità e interconnessioni liquide: prendendoci i rischi necessari facciamo del nostro meglio perché questa fiamma sopravviva. Perché il rischio non è l’ammalarsi o perdere pezzi di ciò che percepiamo come la nostra vita, ma è rimanere dei corpi spenti senza la luce che scaturisce unicamente dal contatto con l’altro.