Questione di cultura
Ciò che manca più di tutto oggi e che rende tante persone vulnerabili alla disinformazione terroristica, è la cultura. Per cultura non intendo una quantità di informazioni acquisite, ma un’attitudine all’indagine.
Oggi saper acquisire informazioni e ricordarle è del tutto inutile perchè ci sono i computer e, per quanto una persona possa essere “brava”, un computer sarà sempre meglio. Ciò che fa la differenza è l’attitudine e la sensibilità, che rendi capaci di saper scegliere di chi o cosa fidarsi e di chi no. Farlo oggi significa non essere governati domani da inetti incapaci, alla mercé di interessi che loro stessi non sono in grado di comprendere e vedere. Bisogna uscire dalla pigrizia mentale, dubitare di ciò che si ascolta e si legge, mettendo costantemente in discussione le proprie idee ed il proprio paradigma di vita. Dobbiamo smettere di fare scelte inconsce spinte dalla macchina biologica, confondendo il libero arbitrio con tutta una serie di reazioni meccaniche. Se lo avessimo fatto in passato, adesso vivremmo una realtà diversa. Saremmo comunque in un momento in cui fare particolare attenzione alla propria salute, ma non ci sarebbe panico, non si cercherebbe di fermare un fiume con le mani come si sta facendo, non vi sarebbe spazio per decisioni così sconsiderate dall’essere più nocive del problema stesso. Oggi possiamo fare poco sulla situazione contingente, ma possiamo cercare in ogni modo e frangente possibile di coltivare cultura e attitudine alla conoscenza.
Lo so, sembra una cosa pensante e pallosissima, probabilmente ti stai già annoiando, ma a scanso di equivoci la cultura di cui parlo non è quella delle biblioteche polverose ma una cultura “naturale”, che coinvolge mente, corpo e sensi. La vera cultura è sempre intrisa di ironia e la persona “colta” sa di essere sempre e comunque profondamente ignorante.