Correre per trovare sé stessi
Running Wild di Markus Torgeby, romanzo autobiografico. Una storia sulla natura, la semplicità e la gioia del sublime.
Alcuni spunti:
La vita in condizioni estreme a contatto con la natura come fonte di guarigione. Il protagonista è un ragazzo che soffre come tanti, forse in senso lato come tutti. La sua pillola contro il dolore è la corsa ma sa che le pillole non bastano. Va a vivere allora in condizioni estreme in mezzo alla natura dentro una tenda nell'inverno artico. Le mansioni giornaliere legate alla sopravvivenza occupano tutta la giornata. Grazie a questa vita funzionale che non lascia spazio ad altro trova pace ed in sé lo spazio per godere dei momenti sublimi, della bellezza che lo circonda, della semplicità. Tutto ciò lo accompagna nell’oasi del silenzio mentale dove trova sé stesso scomparendo.
I veri pazzi sono ormai i “normali”. Il protagonista si chiede: ”Perché la gente dovrebbe voler vivere in città e pagare tanti soldi per abitare in una prigione calda e soffocante senza vista e vivere come animali racchiusi?” Me lo chiedo spesso anch'io, mi chiedo di frequente perché sempre più persone si ostinino a sprecare il dono della vita. Una delle probabili risposte sta nel fatto che quando la pazzia diventa consuetudine i normali finiscono per essere considerati pazzi.
Ricerca dell’equilibrio. “Se per provare la stessa sensazione devo cercare sfide sempre più pericolose, vuole dire che sono sulla strada sbagliata”. La costante ricerca di “andare oltre al limite” può diventare una malattia egoica e fonte di nuovo dolore. Non è necessario apparire sempre speciali per esserlo davvero.