Compassione

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Molti avranno letto della follia accaduta in provincia di Alessandria dove un tizio, Giovanni Vincenti, per intascare i soldi dell’assicurazione sulla casa ha finito per causare la morte di tre Vigili del Fuoco. Notizia degli ultimi giorni è che i soliti leoni da tastiera si sono scagliati persino contro gli avvocati difensori del tizio in questione.

Giuridicamente parlando tutti hanno diritto ad una difesa e spero che gli avvocati facciano il loro mestiere al meglio sempre e comunque. Dal mio punto di vista, Giovanni Vincenti è una vittima che merita la punizione che riceverà, ma rimane pur sempre una vittima di cui si dovrebbe avere compassione. Non lo conosco ma immagino che Giovanni Vincenti non sia il principio dei mali del mondo. Purtroppo di gesti folli e di schifezze per bramosia di denaro se ne vedono ogni istante. Se davvero si vuole cambiare qualcosa è necessario far leva su una delle qualità umane più alte che è la compassione. Ogni tanto in mezzo al letame etico che ci circonda sbocciano fiori ed Elena Barreca, moglie di uno dei pompieri morti nella vicenda, scrive: ”Se volete ricordare Nino fate piccoli gesti di bontà”. Io non sono un buonista, non sono per porgere l’altra guancia ma accanirsi contro Giovanni Vincenti è la semplice dimostrazione che non si è diversi. Giovanni Vincenti si è già rovinato la vita da solo, non ha bisogno di aiuto in tal senso. Bisognerebbe mostrare solidarietà verso tutte le vittime di questo modo assurdo di vedere l’esistenza e quindi anche verso di lui.

Il male non è l’individuo ma l’odio indiscriminato che disumanizza “l’altro” e che lo riduce ad una categoria/concetto per trasformarlo in un capro espiatorio del proprio marciume etico. Se c’è una possibilità di salvezza, ed io non credo ci sia, questa passa attraverso la comprensione e la compassione senza sconfinare nel buonismo.

alessandra quattordio