Legittima Discriminazione

L’orripilante pensiero “buonista” ha reso il termine “discriminazione” un termine “cattivo”: chi discrimina è considerato un essere abietto con il chiaro risultato di un appiattimento etico e intellettuale verso il basso.

Voglio far notare che discriminare non è solo legittimo, ma doveroso.

Se devo scegliere un collaboratore per un lavoro discrimino: posso discriminare in base al sesso perché penso, magari sbagliando, che sia un lavoro più da donna che da uomo o viceversa; magari cerco una modella per una linea di abbigliamento e discrimino in base all’aspetto fisico e posso pazzescamente persino arrivare a discriminare in base alle capacità intellettive.
Si lo so, sono un mostro!
Se ho del tempo libero da dedicare alla socializzazione, discrimino con chi uscire. Se posso scegliere dei vicini, discrimino in base alla cultura e ai valori condivisi. Posso discriminare persino in base alla lingua perché magari con questi vicini mi piacerebbe pure parlare e fare delle battute ironiche, che solo persone che condividono una stessa cultura possono capire.

Questo fa di me un mostro razzista? Ovviamente ognuno può giudicare come preferisce, ma vorrei far notare che non ho nessuna presunzione di “meglio” o di “peggio”, ma vorrei salvaguardare la possibilità mia e di altri, non ancora totalmente annebbiati, di avere la libertà di poter scegliere con chi stare, di chi circondarmi e come comunicare.

Lo so che è pazzesco, ma pensa mio caro lettore che mi è persino giunta voce di un paese che si dice democratico e libertario, dove le persone non sono neppure più libere di discriminare sulle cure medicinali a cui sottoporsi. Non è incredibile??!! Buona parte della popolazione è stata spinta, con bieche e ridicole scuse moraliste (devi farlo per i fragili😊) e con il ricatto (perdi il lavoro) ad inoculare un antidoto sperimentale per poi avere nell’estate una esplosione di febbri e miocarditi. Forse però hanno esagerato, stento a crederci.  

m.m.

alessandra quattordio