Indignazione distaccata

Indignazione distaccata

Capitano situazioni o vicende nelle quali si diventa direttamente o indirettamente bersagli dell’incoscienza altrui. Ovviamente anche essere bersagli è una scelta ed è un gioco che per stare in piedi implica la nostra partecipazione. Quando si è bersagli dell’ignoranza altrui è perché si è affetti dalla stessa “malattia”. Queste situazioni possono essere cose che ci riguardano in prima persona con conoscenti oppure vicende che coinvolgono come partecipanti di una società.

L’ignoranza e l’incoscienza fanno parte dell’esistenza e a tutti capita ed è capitato di diventarne promotori. Quando le si osserva non è neppure giusto “non prendersela” ed essere accanitamente distanti. In questo caso il distacco non è saggezza ma freddezza. Suggerisco quindi a me stesso e agli amici di praticare un’indignazione distaccata. Ovviamente a volte ci sta tirare un pugno sul naso, reale o metaforico, all’incosciente di turno. Però arrabbiarsi odiarlo o abbandonarsi alla recriminazione non ha alcun senso perché si finisce per nutrire ciò che negli altri ci infastidisce.

A volte ce la si prende perché abbiamo bisogno del riconoscimento e del plauso degli altri ma in questi casi sottolineo che essere indifferenti all’opinione che gli altri hanno di te, regala un senso di liberazione ed invulnerabilità impagabili.

Credo che la pratica dell’indignazione distaccata sia equivalente “all’azione non azione” ovvero un sentir sublime. 

m.m.

alessandra quattordio