Aspettare il “salvatore” o agire?

normalità.jpg

Non si può chiamare segregazione, ma è la realtà per quasi tutta l’Italia. Lo slogan è diventato “ultimo sforzo”. Qualcuno potrebbe far notare che è così da mesi. Anche il termine emergenza non sarebbe adeguato, dato che è passato più di un anno. Nuova normalità?  

Per farti un’opinione differente sulla necessità di segregare come male necessario, ti invito a leggere lo studio fatto dalla Stanford University, che non è un circolo di anarchici negazionisti ma una delle più prestigiose università al mondo: basta mettere su google “Stanford University lockdown” e lo trovi.

Oppure leggere articoli tipo questo Ecco le prove che il Cts ha sbagliato tutto - Franco Battaglia (nicolaporro.it). In realtà basta davvero un minimo di buon senso per comprendere che, se siamo ancora chiusi in casa dopo un anno, qualcosa non torna.

Gli spunti te li metto un po' così, per provare a scalfire sicurezze. Nella migliore delle ipotesi sono spunti non necessari, perché magari sei uno di quelli per cui la libertà non ha prezzo, oppure di quelli convinti che alla tua salute preferisci pensarci tu. In questo caso semplicemente Chapeau!

Ovvio che adesso, dopo un anno di devastazione economico psicologiche, nessuno di coloro che le ha imposte o sponsorizzate con il suo consenso dirà mai: ”forse abbiamo sbagliato”.

Ovvio che se tu sei tra quelle persone tristi e dalla vita vuota chiamate delatori, non sei interessato ad informarti e preferisci credere di essere un eroe della patria.

Ovvio che se credi che la salvezza arrivi da Draghi o dai vaccini, è un po' come credere che il famoso virus di Wuhan non sia uscito dal laboratorio di Wuhan, ma da un mercato attraverso un pipistrello (il volatile in questione non è Batman).

Se speri che qualcuno o qualcosa ti porti fuori dalla crisi, mi spiace dirti che ce ne sarà un'altra subito dopo e poi un'altra ancora. Non ne uscirai mai. L’unica via di uscita possibile è quella che ti crei tu, ed il primo passo è smettere di credere alla narrazione che è iniziata con “Andrà tutto bene”, è proseguita con “Bella ciao” cantata dai balconi e finisce con la soluzione riposta in una fiala.

Vedi tu se è il caso di continuare a delegare la tua liberazione ad altri, oppure iniziare a toglierti tu le catene.

alessandra quattordio