Yoga, Nirvana e Frances Farmer

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Nell’attuale immaginario collettivo dello yoga, mi sembra siano 2 i luoghi comuni più topici:

  1. che sia un'attività semi-acrobatica, eseguita perlopiù da donne (possibilmente gnocche), che in mutande o panta (le più caste) si esibiscono in sempre più complessi contorsionismi;

  2. che la pratica dello yoga faccia diventare “buoni”, anzi, quasi sedati, al punto da non reagire più a nessuno stimolo perché ormai in pace.

Passi il primo che, almeno, stimola un po’ la fantasia ma il secondo proprio mi fa inorridire. Domenica scorsa, guidando una lezione ispirata all’energia di Kali, la dea più punk del Pantheon indiano, sottolineavo che lo yoga libera dalle sovrastrutture per farci sentire e diventare davvero chi siamo, in uno stato mentale completamente opposto all'apatia e al semi-rincoglionimento, che spesso si associa a chi pratica queste discipline. Kali taglia le teste dell’ignoranza, della non consapevolezza, è come il fuoco che brucia ogni menzogna. E se si è veri, a mio avviso si è più simili a Kurt Cobain o Frances Farmer, che non ad un incassatore supino di ciò che accade attorno a lui perché ormai “ha trovato la pace.”

Elsa Morante chiamava "I Felici Pochi" quelli che sono riusciti a vivere nella verità, mandando in corto circuito i fili del sistema, scrivendo “quelli sono incredibili, inconcepibili, inammissibili, sono tutti matti.” Matti come la bellissima attrice di Seattle, Frances Farmer, ribelle fuori dal sistema, ritenuta pazza e internata per anni, cui Kurt Cobain aveva dedicato uno dei pezzi più fighi (lo sono tutti) di IN UTERO.

Ecco come vorrei immaginare i veri praticanti di yoga. Non violenti, certamente, ma Veri, a costo di sembrare pazzi solo perché unici. Sogno dunque un mondo dove ci sia più spazio per Frances e per Kurt, immagino Kali insieme a Frances giungere un giorno su questa Terra a distruggere ogni ipocrisia, ogni catena che ci vuole tutti uguali, tutti sedati, semi-rincoglioniti. Come prega Kurt nella sua Frances Farmer Will Have Her Revenge On Seattle:

“She'll come back as fire.

To burn all the liars.

And leave a blanket of ash on the ground”.

Elisa F.

alessandra quattordio