Infedeli, promiscui ed insensibili

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Lo spunto per l'articolo di questa settimana mi arriva da quella fonte inesauribile chiamata “social”. Apro una breve parentesi: il fatto che io scriva usandoli e per altre comunicazioni mi rende colpevole, ma mi racconto che si possano usare senza essere usati ed al momento ci credo, ma sarebbe più corretto chiamarli “anti-social”, dato che sono dei deterrenti alla socializzazione reale.

Detto ciò gli spunti sono i seguenti: su Instagram qualcuno ha scritto che ci odia. Nel momento che gli è stato chiesto il perché la risposta è stata: ”Promuovete infedeltà e promiscuità”. Premetto che più che un’accusa sembra uno spot pubblicitario, e ringrazio per cotanta grazia.  La maggior promiscuità sessuale sarebbe un dono per il mondo: le persone sarebbero più felici e rilassate, diminuirebbe lo stress più di tutte le lezioni di Yoga. La rigidità che c'è su questi argomenti, deriva da dogmi religiosi creati dall'uomo per dimostrare la sua essenza masochista. Sulla infedeltà avrei da ridire, perché ovviamente sarebbe opportuno approfondire l’argomento. Personalmente, ad oggi, credo di essere tra le persone più fedeli che io conosca. Lo sono verso le persone che amo e soprattutto non svendo i miei valori, anche a costo di rimetterci e questi ultimi mesi ne sono una prova. Tutto questo si riflette nella scuola, e mi sentirei di dire a chi ci accusa che difficilmente troverà in giro un’entità e delle persone così fedeli a sé stesse.

L’accusa di insensibilità invece ci arriva da un qualcuno che, nel leggere un mio post pro Sgarbi nel quale sottolineavo come adesso la questione sia diventata una farsa, chiaramente opinione personale, mi ha ricordato il numero dei morti da Covid. Come detto più volte, una persona che ci è cara, se muore o sta male, è sempre un dramma o un lutto. Vorrei ricordare quante persone soffrono o muoiono in galera in Italia, spesso da innocenti, senza che nessuno si curi di una vergogna simile. Anche quando colpevoli, meriterebbero comunque rispetto. Vorrei ricordare quante persone muoiono giornalmente al mondo. Quindi dovremmo vivere in un lutto perenne? Dovremmo smettere di vivere perché vivere è pericoloso e si rischia di morire? Un conto sono le scelte di vita personali, che vanno sempre rispettate e non giudicate, l’altro è questa stupidaggine liberticida, secondo la quale alcuni si sentono garanti della sicurezza del pianeta e dei suoi abitanti e vogliono imporre le loro scelte a tutti gli altri.

Per quanto mi riguarda, mi spiace sinceramente per chi muore sotto le bombe, per chi muore di cancro o di fame o di inquinamento, così come di ogni altra morte, ma non rinuncio a vivere per questo. Il tempo in questo mondo è breve e mi scandalizza quanto sia sprecato. 

alessandra quattordio