Sulla paura, il bisogno di certezze e l’essere liberi

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L’essere umano ha bisogno da sempre di certezze e sicurezze per attenuare e tener sotto controllo la paura dell’ignoto. Non sappiamo chi siamo, non sappiamo perché siamo qui, non sappiamo neppure dove siamo. In realtà non sappiamo nulla e per quanto ci sforziamo ogni scoperta è gravida di un nuovo mistero, ogni vetta che raggiungiamo non fa che svelare ai nostri occhi un baratro ed una cima ancor più alta e apparentemente più irraggiungibile.

C’è chi reagisce a tutto questo creandosi delle storie, ovvero un sistema di credenze basato sul nulla a cui si aggrappa con così tanta forza da percepirlo poi come reale, tanto da sponsorizzarlo e predicarlo all’esterno. Pochissimi sono così fantasiosi e creativi da farsene uno proprio e per lo più si finisce di prendere in prestito con poche modifiche e molte semplificazioni qualcosa pensato e sponsorizzato da altri. Questo è il meccanismo che crea religioni e credenti, ma noi siamo esseri complessi e necessitiamo di migliaia di piccole “sotto religioni” specialistiche a cui credere. Abbiamo così le varie scienze, la medicina, la fisica, l’anatomia ecc. Queste piccole chiese/religioni sono a volte così aggressive che hanno persino la presunzione di essere assolutamente reali ed indiscutibili. Abbiamo poi incroci stravaganti tra i vari “campanili” che sfociano nell’esoterismo più puro in cui compaiono concetti come “vero sé”, “anima”, “chakra” e tanti piccoli mondi fatti di energie invisibili ma colorate che attraversano il corpo umano e l’universo tutto come piccole comete luccicanti.

C’è poi chi preferisce rifugiarsi in angoli più angusti e passare il suo tempo a discorrere su qual è il rapporto giusto da utilizzare in salita, quale crema unguento ti dà i risultati migliori, se bisogna ruotare il bacino da una parte o dall’altra per trovare un allineamento perfetto, quale sequenza di esercizi ti da un corpo più performante, che punti bisogna toccare del corpo umano per liberarlo da tutti i mali che lo affliggono. Avete capito vero? Potrei continuare all’infinito partendo dagli sport e finire con i giochi da tavolo. Il problema è che nulla di tutto questo funziona e che continuiamo ad avere una paura fottuta. Non importa quanto predichiamo o ascoltiamo predicare, nell’esatto istante in cui vi è un attimo di silenzio parte lo sconforto e la sofferenza.

Io non vi dico di smettere di creare storie perché le storie sono ciò che rende l’essere umano così affascinante. Non so neppure quanto sia la percentuale di realtà nelle storie che creiamo ma ciò che è certo è che alcune sono davvero intriganti ed affascinanti come altre di una noia mortale. Basterebbe però crederci meno, attaccarcisi meno ed affrontare la vita rimanendo “saldi” nel momento presente. Nel presente non esistono storie e credenze, il presente è un momento di vuoto assoluto che contiene tutto, in cui può esserci piacere come dolore ma nel quale non esiste sofferenza.

Il presente è un filo sottile, teso su uno strapiombo dove non abbiamo possibilità di scorgere il punto di partenza né il punto di arrivo ma nel quale siamo totalmente liberi.

alessandra quattordio